Il 2 agosto 1943 i prigionieri del lager di Treblinka insorgono contro i nazisti: è la prima delle grandi rivolte ebraiche all'interno di un campo di sterminio. Nei mesi successivi anche i prigionieri di Sobibor e Auschwitz combatteranno per salvare la propria vita e per fermare la macchina della morte nazista.
La Resistenza ebraica contro il nazifascismo non si organizzò solo nei ghetti cittadini e nelle formazioni partigiane, ma anche all'interno dei lager. In decine di campi di concentramento e di lavoro forzato prigionieri ebrei si unirono in gruppi clandestini per mettere in atto rivolte e organizzare tentativi di fuga. Tre grandi sollevazioni ebbero luogo anche nei campi di sterminio di Treblinka, Sobibor e Auschwitz. Furono rivolte nate per salvare le proprie vite e quelle dei propri compagni che non potevano combattere, ma anche una forma di resistenza individuale e collettiva. Gli insorti non accettarono più di attendere passivamente la morte ma scelsero di opporvisi.
La prima grande rivolta all'interno di un campo di sterminio scoppiò a Treblinka. Qui, dai primi mesi del 1943, uomini e donne che erano stati "selezionati" per il lavoro forzato crearono un'organizzazione clandestina di resistenza per mettere in atto una sommossa che permettesse la fuga dei prigionieri. Il gruppo era guidato da un ex capitano dell'esercito polacco, Julian Chorazycki, e comprendeva altri prigionieri con competenze militari, come i cecoslovacchi Rudolf Masarek e Zelomir Bloch, così come numerosi civili, tra i quali un ruolo di primo piano ebbe la dottoressa Irena Lewkowska. Dopo mesi di preparativi, il 2 agosto 1943 il gruppo passò all'azione impossessandosi delle armi leggere custodite in un deposito e poi appiccando il fuoco a numerosi edifici. Centinaia di prigionieri, sfidando il fuoco dei mitragliatori, assaltarono allora il cancello principale per forzarne l'apertura. La maggior parte degli insorti morì durante la rivolta, ma circa 300 riuscirono a fuggire. Immediatamente partì la caccia all'uomo da parte dei militari nazisti e più della metà dei fuggitivi venne presto ricatturata e uccisa. Solo pochi, quindi, aiutati dalle formazioni partigiane polacche o da semplici contadini dei villaggi vicini, riuscì a salvarsi. E' grazie alle testimonianze di questi superstiti che il mondo ha potuto conoscere a pieno l'orrore del campo di Treblinka e la storia della rivolta: i gerarchi nazisti, infatti, poco dopo la sommossa dei prigionieri, decisero lo smantellamento del lager e cercarono di occultare le prove dello sterminio di circa 900mila ebrei che vi era stato consumato.
Pochi mesi dopo Treblinka, furono i prigionieri del campo di sterminio di Sobibor a insorgere. Il 14 ottobre 1943 il gruppo clandestino creato dal polacco Leon Feldhendler, ex membro del consiglio ebraico di Zolkiewka, e poi guidato dall'ufficiale sovietico Aleksandr Aronovic Pecerskij, dopo settimane di pianificazione, passò all'azione. Nonostante dubbi e paure, Pecerskij, arrivato a metà settembre nel lager insieme ad altri soldati sovietici ebrei, aveva convinto i membri dell'organizzazione clandestina che non era possibile continuare ad aspettare la liberazione da parte di eserciti o formazioni partigiane: "Se vogliamo che qualcosa avvenga – disse, come riportano le testimonianze di quei giorni – dobbiamo farlo noi". La formazione militare di Pecerskij fu di importanza fondamentale per portare a termine la rivolta. L'azione partì con la preliminare, ingegnosa quanto rischiosa, eliminazione singola degli ufficiali delle SS e fu seguita dall'assalto all'arsenale del campo per procurarsi le armi e combattere contro la guardie per aprirsi la strada verso la fuga. Fu una vera e propria battaglia campale, con numerose vittime tra i nazisti e i loro collaboratori polacchi e ancor di più tra i rivoltosi. Circa seicento prigionieri riuscirono a scappare, la metà però fu catturata e uccisa poco dopo la fuga. Molti altri morirono prima della fine della guerra, ma 42 dei ribelli riuscirono a sopravvivere alla Shoah: tra questi anche Pecerskij, che subito dopo la fuga riprese le armi all'interno dei gruppi partigiani per continuare la lotta contro il nazifascismo. Dopo la rivolta, il lager, gravemente danneggiato nelle sue strutture, fu abbandonato e demolito dai nazisti, che anche qui cercarono di occultare le prove dello sterminio.
Nel lager di Auschwitz-Birkenau, il più grande dei campi di concentramento e di sterminio nazisti, furono attivi diversi gruppi clandestini di resistenza, sia ebraici sia comprendenti diverse "categorie" di prigionieri. Numerosi atti di eroismo riuscirono a concludersi con la fuga di oltre cento tra gli internati che erano stati "selezionati" per il lavoro forzato. Quello che avvenne il 14 ottobre 1944 fu, però, diverso: centinaia di Sonderkommando, gli ebrei costretti a rimuovere i corpi dalle camere a gas e a incenerirne i resti, si sollevarono attaccando le SS con pietre e bastoni e dettero fuoco a una struttura utilizzata per le uccisioni con il gas e al crematorio IV al quale erano addetti. Gli insorti si impossessarono poi dell'esplosivo che alcune donne ebree, addette al lavoro in una vicina fabbrica di armi, erano riuscite a trafugare e portare all'interno del lager. Fu una rivolta non pianificata, scoppiata dopo che era iniziata a circolare la notizia che numerosi tra i Sonderkommando sarebbero stati "trasferiti", tragico eufemismo utilizzato dai nazisti per indicare l'uccisione degli ebrei utilizzati per i lavori forzati. La sommossa nel crematorio IV accese però la scintilla di un'ulteriore sollevazione tra gli addetti al lavoro forzato nel crematorio II, che portò alla fuga di molti di questi. I nazisti, per quanto inizialmente presi alla sprovvista dall'insurrezione , ebbero però presto la meglio sulla rivolta, e chi era riuscito a scappare fu rintracciato e ucciso.
Quella di Auschwitz fu l'ultima delle grandi rivolte nei campi di sterminio. L'avanzata delle forze sovietiche e anglo-americane avrebbe liberato i lager nei mesi successivi, salvando i pochi prigionieri ancora vivi.
IL VIDEO DIDATTICO PRODOTTO DA SCUOLAEMEMORIA SULLA RESISTENZA EBRAICA
IMMAGINE
Partigiani ebrei, Polonia 1944
BIBLIOGRAFIA
Ed essi si ribellarono. Storia della resistenza ebraica contro il nazismo – Yuri Shul – Mursia – 1969
FILMOGRAFIA
Sobibor. La grande fuga - Konstantin Khabenskiy – 2018 – 110 min
SITOGRAFIA
Enciclopedia dell'Olocausto – La Resistenza ebraica
https://encyclopedia.ushmm.org/content/it/article/jewish-resistance
(in italiano)
https://encyclopedia.ushmm.org/content/en/article/jewish-resistance
(in inglese)